Una scoperta biologicamente straordinaria, che non mancherà però di regalare brividi (e non pochi) a moltissime persone, soprattutto ai sardi. E già perché proprio nella maggiore delle isole italiane, i ricercatori hanno smentito il de profundis che ammantava lestinzione di un ragno leggendario e temutissimo: la vedova nera mediterranea. La terribile Malmignatta Latrodectus tredecimguttatus, sarebbe stata avvistata più volte solo nellultimo mese, nel sud della Sardegna e nellOgliastra, dove una volta era conosciuta con il nome di Argia, sulle cui tradizioni popolari esistono danze e rituali popolari, in quanto si definiva il morso di questa specie, capace di trasmettere possessioni sataniche. Questa aracnide, estremamente velenosa per gli esseri umani, è parente stretto della temibilissima vedova nera americana (la Latrodectus mactans). Lavvistamento e la cattura – scrive lAdnkronos – è avvenuta venerdì scorso nelle campagne di San Gavino Monreale a 50 km da Cagliari, nellazienda agricola dei fratelli Luca e Marco Sanna, in località Figu Niedda, in un deposito di legname, accanto ad un vecchio fabbricato. Il ragno catturato dallagronomo Marco Sanna (che lha identificata per via degli inconfondibili 13 macchie rosse, e consegnata al Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Sardegna), è un esemplare femmina ed estremamente pericoloso. Il veleno, neuro-tossico, attacca il sistema nervoso passando attraverso il sistema linfatico, e contiene una potente tossina chiamata Latrotossina. Il morso della femmina è indolore ma, nei 15 minuti a seguire non tardano a manifestarsi effetti come sudorazione, nausea, conati di vomito, febbre, cefalea, forti crampi addominali e, nei casi più gravi, perdita di sensi. Non di rado, per lappunto, seppure non frequentemente, anche la morte. Molto più possibili, le eventuali complicanze cardiache, che in genere possono manifestarsi entro 3 ore dal morso. I casi mortali sono tuttavia molto rari. In Italia sono stati segnalati 4 possibili episodi di morte in seguito ai morsi, di cui due in provincia di Genova. E ovvio che particolarmente a rischio sono i bambini (per effetto della dose di tossicità del veleno in rapporto al fisico minuto di un minore), gli anziani e quanti indeboliti da patologie o afflitti da allergie, così come avviene per le vespe o i calabroni.
Max